Guida turistica di Firenze: un profilo di Elena Nesti.
Elena Nesti, guida turistica di Firenze, ci parla del proprio lavoro, dell’amore verso propria citta’ e del rapporto con i turisti.
Cara Elena, parlaci un poco di te. Da quanto tempo svolgi l’attività di guida turistica di Firenze?
Ho iniziato a lavorare come guida turistica nell’estate del 2009. La spinta a dedicarmi a questa professione mi è venuta dalle due passioni che nutro da sempre, quella per l’arte e quella per le lingue straniere; oltre, ovviamente, ad una propensione irrefrenabile alla socializzazione!
Ho trovato nella mia professione il modo per condividere l’amore per Firenze e per la sua cultura e per partecipare personalmente alla vita civile del nostro Paese. Sì, perché far conoscere e far apprezzare il nostro patrimonio equivale senza dubbio a fare il primo passo verso la sua difesa.
Sono convinta che chi conosce ama e chi ama protegge.
Quali sono gli aspetti appassionanti nel lavorare come guida turistica in una città affascinante come Firenze?
La città di Firenze dà a tutti quello che cercano; e anche di più.
A chi si ferma solo un giorno, regala immagini mozzafiato che sorpassano di molto anche le più poetiche fantasie.
Ma è a coloro che si trattengono per un soggiorno più lungo che si svela senza fretta, offrendosi nei suoi più intimi segreti anche ai più esigenti ricercatori.
Firenze è una città che affascina chi viene a visitarla e difficilmente tradisce le aspettative. Amo ricevere i complimenti dei nostri ospiti che trovano i fiorentini affabili e accoglienti, la città ricca di cultura, di storia, di moda e di… buona cucina!!!
Generalmente, cosa si aspettano i turisti da una città prestigiosa come Firenze?
Tutti coloro che vengono a Firenze hanno negli occhi i capolavori per i quali la città è così conosciuta: il Ponte Vecchio, il Palazzo della Signoria ed il Duomo con la sua cupola e, naturalmente, il David di Michelangelo.
Tuttavia, quando cerchi l’aiuto di una guida turistica, significa che vuoi fare di piu’ che semplicemente vedere monumenti e palazzi famosi: vuoi vivere la citta’ con la sua cultura, le idee e lo stile che la animano; per questo i turisti che io accompagno -non appena si sono ripresi dallo choc di vedere realmente queste meraviglie che da tanto tempo si erano figurati- apprezzano tutto della città e si rendono conto che Firenze, oltre all’arte, offre uno stile di vita straordinario. Per questo chiedono spesso di visitare i musei e le chiese a loro meno note, amano soffermarsi ad osservare il paziente lavoro di qualche maestro artigiano, gustano le prelibatezze della nostra cucina.
Quando se ne vanno portano con sé un’immagine della città più matura e meno stereotipata, nella quale accanto ai monumenti trovano spazio tutte le altre peculiarità che rendono Firenze una città unica al mondo.
Cosa suggeriresti per valorizzare maggiormente la cultura del territorio fiorentino?
Firenze vive anche grazie ai turisti che, benevoli, animano le nostre strade; e questo è ben noto alla nostra amministrazione che, ogni anno di più, si impegna nell’accoglierli organizzando eventi e fiere che hanno come scopo la valorizzazione di tutti gli aspetti, da quelli artistici a quelli produttivi ed a quelli enogastronomici.
Queste iniziative sono sempre accolte con entusiasmo dai visitatori. Questa buona disposizione non è prerogativa delle istituzioni, visto che anche i cittadini concorrono alla diffusione della buona immagine della nostra città.
Ovviamente non dobbiamo fermarci qui: la nostra città dovrebbe essere apprezzata da tutte le tipologie di clienti e una guida turistica deve impegnarsi a rispondere alle esigenze di volta in volta nuove che il mercato le presenta. Non dovremmo scandalizzarci di fronte al cosiddetto “turismo mordi e fuggi”, ma dovremmo ben operare per instillare il desiderio di tornare a Firenze, dedicando alla città tutto il tempo che merita.
Credo che, alla fine, lo scopo di una buona visita guidata non sia tanto quello di esaurire tutto quello che c’è a disposizione (impresa peraltro impossibile ovunque, figurarsi a Firenze), quanto piuttosto quello di solleticare la curiosità dei nostri visitatori, lasciandoli soddisfatti ma non sazi.
Raccontaci un aneddoto che ricordi con piacere.
La scorsa estate ho avuto il piacere di incontrare una simpatica coppia di americani. Sono andata a prenderli all’hotel dove alloggiavano e, a causa della loro età, hanno preferito raggiungere gli il Museo degli Uffizi, che avevamo in programma di visitare, in taxi piuttosto che a piedi, sebbene l’hotel fosse vicino al centro. Non appena scesi, il marito mi ha chiesto quanto sarebbe durata la visita; ho risposto che prevedevo di fare una visita di circa due ore e mezzo, scatenando il panico nei loro occhi. Sorridendo, gli ho assicurato che sarebbero stati loro stessi la misura del nostro tempo e io non mi sarei opposta a far durare la visita solo per il tempo che loro ritenevano necessario.
Alla fine la nostra visita è durata circa tre ore, con i miei interlocutori interessatissimi, per niente stanchi né annoiati. Siamo tornati camminando all’hotel, perché volevano vedere le chiese e i palazzi per quali le opere che avevamo ammirato nel museo erano state pensate e realizzate!!! Per una guida turistica questo e’ il complimento piu’ grande.